Canada dream

Canada Journal
By on June 17, 2017
Ci  siamo, la frontiera è davanti ai nostri occhi così come la “Maple Leaf”e fin da subito percepiamo un’altra aria.
Alla dogana una lunga fila ci fa perdere un po’ di tempo ma l’ingresso non ci crea nessun problema anzi qui, tutto sembra più easy e friendly.
Il Canada inizia a piacerci …
La frontiera tra canada e alaska

La frontiera tra canada e alaska

La prima tappa è Whistler, dove ci aspetta il nostro amico Adrièn, conosciuto nel 2010 in Cile e la sua fidanzata Sandra.
Comme d’habitude, le condizioni per viaggiare non sono delle migliori e in effetti restiamo fermi quasi un paio d ore per un incidente stradale. Solo dopo capiamo che la strada può diventare pericolosa quando fa freddo o quando fiocca, quindi sempre.
I nostri amici ci accolgono con un antipasto messicano,  un’ottima quiche alla francese e il tutto accompagnato da un vino italiano portato da noi, una cena internazionale.
Campeggiare qui non è facile: la totalità dei parcheggi sono vietati all’overnight parking ma ogni sera riusciamo a trovare angoli  nascosti dove poter passare tranquillamente la notte senza preoccuparci di un’eventuale sanzione. Non c è stato un giorno senza perturbazione e per questo motivo i nostri occhi non sono riusciti ad oltrepassare il limite del bosco, la cosiddetta treeline.
Il pericolo valanghe alto, sempre tra 4 e 5, non ci ha permesso di fare grandi dislivelli se non una bella pellata in mezzo ad un fitto bosco in compagnia di Andrew.
Baci e abbracci lasciamo la cittadina olimpica e ci dirigiamo a Revelstocke ma, strada facendo, decidiamo di spezzare il viaggio e fermarci al Joffreylakes provincial.
Il luogo pare interessante ma con il brutto tempo non siamo riusciti a capire quali giganti sedevano sopra le nostre teste. Due pellate nel bosco , qualche scoiattolo e una super neve hanno comunque reso piacevole la nostra giornata.
I km iniziano a farsi sentire e il paesaggio inizia a presentarsi così come lo avevamo sognato: selvaggio!
Le strade, asfaltate, passano in molte “avalanche area” e viste le abbondanti nevicate tenere l’Artva acceso anche in macchina non sarebbe una cattiva idea…
Guidare sulle stade canadesi

Guidare sulle stade canadesi

Revelstocke time…come primo gorno un gran disastro: showerate di acqua mista a neve senza fine e bagnati fino alle mutande.
Il sole ci manca da morire e questa meteo inizia a pesarci…
Il giorno successivo le condizioni sembrano non essere delle migliori come la lunga attesa dell’apertura dell’impianto di risalita, fermo a causa di un problema elettrico.
A differenza di quello che succede sulle nostre montagne, i canadesi aspettano senza lamentarsi,  che il guasto venga riparato e forse dovremmo imparare anche noi a stare più tranquilli invece di stressare la società impiantistica…
Dopo un paio d’ore riusciamo a sciare e nel frattempo la grigia giornata si colora in un mix tra bianco e blu.
Nel primo pomeriggio, decidiamo di farci una pellata di un’ora e raggiungere una cima dove sicuramente possiamo trovate ottima neve e un po’ di pace…
Il buon fiuto non tradisce: davanti a noi si presenta un bel pendio vergine dove poter sfogare ogni nostra energia, peccato che il divertimento sia finito troppo in fretta ma non c’era più tempo di una seconda round….
Continuamo il nostro viaggio e questa volta facciamo tappa a Lake Louise.
La primavera è giunta ma qui non si sente ancora; anzi, la mattina, il termometro della nostra casetta segna i -15c.
Il pericolo valanghe risulta sempre essere molto alto e quindi decidiamo di sciare nelle diverse zone limitrofe alla stazione di sci.
Il Nord ci attende e i km da percorrere sono ancora tanti.
Prima di proseguire, facciamo una ricerca rapida per capire quale sia la strada più indicata in inverno. Troviamo info di ogni genere dalla più assurda ( preparatevi a forti tempeste di vento e freddo e quindi procuratevi delle ottime coperte per riscaldarvi) a quelle più sensate.
La strada più paesaggistica del mondo, così dicono, è la Jasper. Decidiamo di avventurarci all’interno del Jasper National park ma dopo qualche km capiamo che la strada è in pessime condizioni: neve , ghiaccio e grosse buche ci fanno tornare indietro.
L’ alternativa ci fa allungare il viaggio di almeno 100 km ma sin da subito ci rendiamo conto che è stata la scelta migliore. Il primo tratto di strada è abbastanza trafficato e non ci crea alcun disagio. Dopo un paio di giorni arriviamo a Dawson Creek, al miglio 0: da qui inizia la famosa Alaska Highway lunga circa 2450 km che attraversa la British Columbia e lo Yukon.
Il vero viaggio sta per iniziare…
Una natura incredibilmente selvaggia ci accompagna lungo tutto il tragitto facendoci sentire molto spesso soli e isolati dalla società. Ad ogni 300 km troviamo qualche paesino dove poter fare rifornimento di gasolina e dove poter fare due chiacchiere con i locals. Percorrerla in inverno è sicuramente più faticoso ma la rende ogni giorno sempre più affascinante …
Nevica e fa freddo…. ma c è qualcuno che decide di sfidare l’inverno sulla propria sella. Da non credere incontriamo due personaggi a dir poco avventurieri che stanno attraversando il Canada e l’Alaska su due ruote ma senza motore…
Kim, il coreano, è partito da Anchorage a febbraio e vorrebbe raggiungere Glace Bay, il punto più a sud del Canada mentre Ja Big è partito un anno fa da Montreal e vorrebbe terminare il suo percorso al punto più a nord del Canada.
Il confine è alle porte…. ALASKAAAAA
Alaska dream

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