10-9-8-7-6-5-4-3-2-1…buon anno!
BOOOOOOMMMMBOOOOOOMMMMBOOOOOOMMMMBOOOOOOMMMMBOOOOOOMMMM
Ci anno rapito gli alieni…ma dove ci stanno portando?!?!?
Dopo solo 3 ore di volo dalla Nuova Zelanda, siamo atterrati a Rarotonga, la capitale delle isole Cook, un arcipelago composto da 15 isole perse nell’Oceano Pacifico.
Qualcosa però non quadra, soprattutto quando inseriamo la nuova sim nel cellulare e sul display appare la data del 31 Dicembre 2016…. eppure l’anno nuovo lo abbiamo appena festeggiato ieri a Auckland….un dubbio ci assale…il capodanno in Nuova Zelanda era solo sogno o realtà?
Tutto vero ahimè: siamo tornati indietro nel tempo e per la prima volta della nostra vita viviamo due volte lo stesso giorno, il 31 Dicembre e il 1 Gennaio, una sorta di remake del famoso film ’ Ricomincio da capo’.
A stordirci non è stato solo questo cambiamento temporale ma pure quello climatico: i 36 gradi e il 90 % di umidità ci danno un caldo benvenuto!
Ci presentiamo alla dogana del piccolo aeroporto vestiti da vero skilovers con piumino pesante, pantalone caldo e lungo, scarpe da alta montagna, cappello e occhiali da ghiacciaio, ovviamente insieme a noi gli inseparabili 92 kg di bagaglio con l’attrezzatura sportiva.
A quel punto, di fronte agli occhi dei doganieri, sembravamo proprio due alieni.
Stupiti da cotanta stravaganza, i poliziotti ci chiedono a cosa diavolo servissero 4 paia di sci, piccozze, corde, ramponi, artva, pala, sonda, a Rarotonga, isola vulcanica senza neve né ghiacciai.
La nostra risposta ironicamente fu che eravamo venuti a surfare le onde del reef e a scalare i dicchi del vecchio vulcano.
Dopo le risate di tutti i presenti, riusciamo a passare anche questa dogana e all’uscita dell’aeroporto la storia si ripete quando incontriamo donne petalose insieme al nostro tassista.
A pochi chilometri a sud ovest ci aspetta il nostro super ostello costruito a pochi metri dalla spiaggia, un sogno!
Per qualche giorno ci godiamo una vera stanza da letto con tanto di bagno privato, forse per alcuni degli altri ospiti un po spartano, ma per noi che arriviamo da 3 mesi di vagabondaggio ‘on the road’ ci appare come un albergo di lusso.
Disfatte le valige, siamo pronti a festeggiare di nuovo la fine del 2016 e l’inizio del 2017 ma complici un lungo viaggio e un’ottima cena con pesce e birra in riva al mare, crolliamo a letto come due bambini risvegliandoci solo la mattina dopo.
Obiettivo della prima giornata dopo il bagno è cercare un mezzo ideale per spostarci lungo i 32 km dell’isola: questa volta opteremo per uno scooter con due ruote, vento tra i capelli e infradito ai piedi.
Le giornate volano su e giù per l’isola,tra un bagno e l’altro, rigorosamente in maglietta per evitare la classica scottatura tropicale, viviamo scenari sottomarini alquanto strepitosi: pare di nuotare in un acquario gigante.
Un bel giorno decidiamo pure di provare il famoso jetblasting ovvero mettersi a pochi metri dietro alle turbine di un boeing 747 in fase decollo.
L’aeroporto di Rarotonga è uno dei pochi al mondo dove poter provare questa esperienza.
Detto fatto, un pomeriggio come tanti ci ritroviamo in 4 (tutti adulti) attaccati con le mani alla rete del recinto.
I piloti mentre arrivano in fondo alla pista ci salutano alzando il pollice. Sicuramente staranno ridendo e pensando a questi 4 pirla che sono fermi in attesa di beccarsi lo scarico di una bella turbina gigante.
L’impatto dell’aria è potentissimo, urliamo come bambini mentre il boeing scarica tutta la potenza che ha per staccarsi da terra.
In un attimo tutto ritorna alla normalità…tranne i nostri capelli che paiono aver fatto una messa in piega.
Col sorriso saliamo sul motorino e torniamo a casa per il classico bagno prima della cena.
Conosciamo altri viaggiatori in ostello, gente da tutto il mondo, addirittura ci scappa una cena tra connazionali: Federico e Sofia sono in viaggio da parecchio tempo e hanno navigato per alcuni mesi nell’Oceano Pacifico lavorando come tuttofare sulla barca di un pazzo scozzese.
Per non farci mancare un po di montagna decidiamo un giorno di percorrere a piedi l’isola da nord a sud, lungo il classico sentiero che porta al punto più alto, chiamato The Needle, attraversando una fitta foresta tropicale…immancabile come sempre, arriva puntuale il monsone che da un pizzico di avventura a questa escursione tropicale rendendo il sentiero molto scivoloso e a tratti impraticabile.
Dopo un paio di ore, completiamo il tour, zuppi ma felici.
Per asciugarci le ossa prima del viaggio verso il Grande Inverno Nordamericano, il giorno successivo decidiamo di investire tutte le nostre risorse in un unico obiettivo: visitare in una giornata l’atollo corallino di Aiututaki e la sua enorme laguna, a detta di molti uno dei più bei posti al mondo.
Sveglia all’alba, colazione veloce, motorino appalla e in un attimo siamo a bordo del piccolo velivolo di Air Rarotonga che decolla a gran rumore dall’aeroporto di Avarua…45 minuti di volo sopra l’Oceano Pacifico e in un attimo siamo tutti con naso spiaccicato al finestrino a osservare quello che forse nessuno di noi ha mai visto dal vero: il classico atollo corallino circondato dal mare blu con una laguna color smeraldo al centro e tanti motu (isole) lussureggianti intorno.
Benvenuti a Aitutaki, la perla delle Isole Cook.
Un rapido giro a bordo del bus per le strade dell’isola fa da antipasto alla vera portata del giorno: la crociera in barca sulla laguna, per visitare i vari motu, bagni e tuffi a volontà, pranzo di pesce fresco e intrattenimento.
Le ore volano veloci tra la barriera corallina, i pesci farfalla, ostriche giganti e soprattuto l’incontro con George e i suoi cugini, un enorme esemplare di Giant Trevally di 45 kg che pare più simile ad un animale da compagnia che ad un selvaggio pesce tropicale.
Il tempo passa veloce e così siamo già di ritorno a Rarotonga, la ginnastica presciistica tropicale è già finita e tra poche ore ripartiremo da questo posto fantastico per andare a trovare lo Zio Sam, sperando che Trump non faccia scherzi strani e ci lasci entrare liberamente nel paese della Powder e degli Hamburgers….la stagione invernale in tutto il Nord America è iniziata alla grande e non vediamo l’ora di rimettere le chiappe al fresco.
Luigi e Cristina
che posto stupendo e che foto !!! sempre con tanta invidia . Un abbraccione.
mamo
Troppo belloooooooo!!!